L'assemblea degli azionisti di Banca Mps ha bocciato la proposta del Cda presieduto da Alessandro Profumo di varare a gennaio l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Ha votato contro il 69,06% del capitale presente in assemblea.Favorevoli il 27,5%, astenuti il 3,21%, non votanti lo 0,003%. Approvata, invece, la proposta della Fondazione Mps di posticipare l'aumento alla fine del secondo trimestre (giugno). Ha votato a favore l' 82,04% del capitale presente in sala, contrario l'1,07%.

LE REAZIONI 
Profumo: «Senza aumento capitale banca sparisce da Siena» «Da dove arrivino i 3 miliardi mi interessa poco: se la banca è ben gestita e arrivano i 3 miliardi resta a Siena altrimenti sparisce». E’ stato questo il commento del presidente di banca Mps Alessandro Profumo nella tradizionale conferenza stampa al termine dell’assemblea.Poco prima nell'auditorium aveva sottolineato: «Non vorrei che la decisione di oggi sia come quella della difesa del 51% che si è dimostrata errata», ricordando come la Fondazione in passato si fosse battuta per mantenere il 51% del pacchetto azionario della banca. «Speravo che non ci fossero altri errori». «Non c'è stato e non c'è nessuna dualità personale – ha aggiunto Profumo in conferenza stampa a proposito di alcuni resoconti giornalistici che hanno parlato di uno scontro tra lui e la presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi. «Semmai c'era e c'é un confronto tra certezza contro incertezza. Oggi sappiamo che ci sono incertezze per realizzare l'aumento di capitale dopo il 12 di maggio» ha precisato Profumo ricordando che per posticipare l'operazion sarà necessario costituire un nuovo consorzio di garanzia. «La politica – ha concluso – non ha nessun peso nelle scelte della banca». 

Viola «Farò di tutto perché la banca non affondi ma navighi» «Abbiamo messo la banca in sicurezza sotto profilo liquidità, con l'aumento di capitale a gennaio l'avremmo messa in sicurezza anche sul piano patrimoniale». A dirlo l’ad di banca Mps Fabrizio Viola. «Oggi dobbiamo prendere atto che una parte del piano di ristrutturazione è stata rinviata» ha aggiunto. «Farò di tutto perché la banca non affondi ma navighi».

Mansi: «Non ci sono né vincitori, né sconfitti» «Non ci sono né vincitori, né sconfitti. Solo la volontà di sostenere questa straordinaria istituzione». Così Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps al termine dell’assemblea. «Ribadisco alla luce del risultato dell’assemblea  che da parte nostra non c’è mai stata sfiducia verso il management  – ha aggiunto Mansi – . Ci assumiamo grandi responsabilità e ora ci aspetta un grande lavoro che sarà molto intenso nei prossimi mesi». Ai giornalisti che le chiedevano un commento agli applausi ricevuti durante e dopo il suo intervento, il presidente Mansi ha replicato: «E’ stata la mia prima assemblea. Mi ha fatto piacere. La Fondazione oggi ha rappresentato il suo territorio, e il territorio si è riconosciuto nelle nostre parole». «Sono stanca, sono stati giorni campali – ha concluso il presidente della Fondazione Mps – Siena può concedermi qualche giorno di ferie. Abbiamo davanti una sfida che ci dà qualche preoccupazione. Ma l’impegno non è mai mancato e non mancherà»
 
Il sindaco Valentini: «Non stappo lo spumante» «Non sono contento, assolutamente no. Non stappo lo spumante». Così il sindaco di Siena Bruno Valentini, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse contento del risultato dell'assemblea degli azionisti di Banca Mps.«"Lavorerò perché tra amministratori della banca e azionisti ci sia nuovamente sintonia. C'e' bisogno di fiducia». «Credo che nessuno li metterà alla porta – ha aggiunto Valentiniin merito all'ipotesi dimissioni del vertice della banca-toccherà a loro scegliere e decidere se credono ancora nel progetto che loro stessi hanno predisposto. E' vero che è stato bocciato una parte del loro progetto ma la ristrutturazione e' stata approvata», ha concluso.

L'ASSEMBLEA
Intorno alle 10 è iniziata l'assemblea degli azionisti in seconda convocazione di Mps. 
 
Mansi (Fondazione Mps); «Il nostro non è atto di sfiducia verso management» Intorno alle 9 sono arrivati nell’auditorium di viale Mazzini il presidente di Mps, Alessandro Profumo, e l'ad della Banca, Fabrizio Viola. Qualche minuto dopo è arrivata anche Tra gli interventi dei piccoli azionisti quelli che hanno suscitato commenti, applausi e qualche sorriso in aula e in sala stampa sono stati di Pierpaolo Fiorenzani e Gabriele Corradi.  «Ci troviamo tra l’uscio e il muro, tra Scilla e Cariddi – ha detto Fiorenzani – . Siena abbocca e non si ribella. Rocca Salimbeni deve dare rispetto alla Fondazione, in mancanza di ogni chiara certezza ogni fretta sembra fuori luogo. L’aumento di capitale ora non lascia spazio a niente, è un salto nel buio. Approvo la proposta del presidente Mansi. In più io sono per non rimborsare i Monti Bond allo Stato. E’ meglio che la banca sia nazionalizzata piuttosto che finire in mano a qualche pescecane». «Sembra di essere a teatro a vedere la Commedia dell’assurdo – ha detto Corradi -. Da una parte ci sono due persone nominate da una  Fondazione guidata da chi ha la responsabilità di questa situazione che non vogliono ascoltare le ragioni dell’ azionista di maggioranza. Questo può succedere solo a Siena. Dall’altra parte c’è una Fondazione lacerata dalla perdita del vicepresidente  e del direttore generale, guidata da un  presidente con la schiena dritta che chiede solo tempo, di sedersi attorno a un tavolo per salvaguardare il patrimonio della Fondazione. Mi auguro – ha detto Corradi rivolgendosi al presidente Profumo e all’ad Viola –  che ascoltiate il  presidente Mansi per trovare un giusto compromesso. Se così non fosse presidente lei dovrà prenderne atto e liberarci dalla sua presenza, non da Siena dove sarà sempre ben accetto, ma da Rocca Salimbeni.  In giro ci sono molti cardinali che niente hanno da invidiare a lei». Corradi ha concluso il suo intervento rivolgendosi al presidente Mansi: «La stragrande maggioranza della città è con lei»e la platea ha applaudito. Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, che alla domanda dei giornalisti se fosse serena, ha risposto: «Normalmente sono serena. Il nostro non è mai stato un atto di sfiducia nel management, l'ho detto mille volte e lo preciso anche oggi. Oggi esiste purtroppo un'indiscutibile necessità dell'ente di badare alla propria sopravvivenza, è una nostra precisa responsabilità – ha aggiunto Mansi prima di entrare in assemblea -. Speriamo comunque che questo si possa conciliare nel tempo con l'interesse della Banca a cui noi teniamo molto perché è il nostro primo asset».  Presente all'assemblea anche il sindaco di Siena, Bruno Valentini.

Fondazione Mps: «Impossibile aumento a gennaio» «La proposta del consiglio d'amministrazione della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata». Cosi’ il presidente della Fondazione Mps Mansi, intervenendo per prima all'assemblea degli azionisti della banca (leggi l'intervento completo). «La Fondazione ha il dovere ineluttabile di votare solo ed esclusivamente la propria proposta di aumento con esecuzione differita di alcuni mesi. Ribadiamo, quindi – ha proseguito Mansi –  che se oggi si delibererà l’aumento di capitale , questo potrà avvenire solo secondo la proposta di aumento presentata dalla Fondazione». Il presidente della Fondazione ha poi aggiunto: «L’odierna assemblea non deve rappresentare  comunque un punto di arrivo ma, a nostro giudizio, un nuovo punto di partenza per un cammino che, almeno per quel che ci riguarda, intendiamo riprendere insieme, in lealtà e trasparenza, più forti di prima». «E' veramente molto difficile pensare che il terzo gruppo bancario italiano non riesca a trovare nella seconda finestra, dal maggio 2014, un consorzio di banche in grado di sostenere l'aumento, oltretutto disponendo di una generosa dotazione di commissioni». Con queste parole il presidente Mansi ha contestato la necessità di procedere all'aumento di capitale da 3 miliardi entro il primo trimestre 2014.

Parola ai piccoli azionisti Tra gli interventi dei piccoli azionisti quelli che hanno suscitato commenti, applausi e qualche sorriso in aula e in sala stampa sono stati di Pierpaolo Fiorenzani e Gabriele Corradi. «Ci troviamo tra l’uscio e il muro, tra Scilla e Cariddi – ha detto Fiorenzani -. Siena abbocca e non si ribella. Rocca Salimbeni deve dare rispetto alla Fondazione, in mancanza di ogni chiara certezza ogni fretta sembra fuori luogo. L’aumento di capitale ora non lascia spazio a niente, è un salto nel buio. Approvo la proposta del presidente Mansi. In più io sono per non rimborsare i Monti Bond allo Stato. E’ meglio che la banca sia nazionalizzata piuttosto che finire in mano a qualche pescecane». «Sembra di essere a teatro a vedere la Commedia dell’assurdo – ha detto Corradi -. Da una parte ci sono due persone nominate da una  Fondazione guidata da chi ha la responsabilità di questa situazione che non vogliono ascoltare le ragioni dell’ azionista di maggioranza. Questo può succedere solo a Siena. Dall’altra parte c’è una Fondazione lacerata dalla perdita del vicepresidente  e del direttore generale, guidata da un  presidente con la schiena dritta che chiede solo tempo, di sedersi attorno a un tavolo per salvaguardare il patrimonio della Fondazione. Mi auguro – ha detto Corradi rivolgendosi al presidente Profumo e all’ad Viola –  che ascoltiate il  presidente Mansi per trovare un giusto compromesso. Se così non fosse presidente lei dovrà prenderne atto e liberarci dalla sua presenza, non da Siena dove sarà sempre ben accetto, ma da Rocca Salimbeni.  In giro ci sono molti cardinali che niente hanno da invidiare a lei». Corradi ha concluso il suo intervento rivolgendosi al presidente Mansi: «La stragrande maggioranza della città è con lei»e la platea ha applaudito. Per Paolo Emilio Falaschi quello della nazionalizzazione è uno «spauracchio, lo Stato italiano ha il terrore della nazionalizzazione, non avverrà mai». Falaschi è stato il primo a chiedere un cambio al vertice della banca, denunciando «negligenze incompatibili con conferma di questa governance». Per Romolo Semplici, dell'associazione Pietraserena, l'attuale Cda della banca «è sempre meno rappresentativo dei soci e del territorio di riferimento», per Norberto Sestigiani, ex dirigente di Mps «la gestione Profumo-Viola non da' ne' affidamento, ne' prospettive». Giuseppe Bivona, in rappresentanza del Codacons, associazione dei consumatori ha detto di essere «assolutamente contrario alla proposta del board sull’ aumento di capitale, mentre sono a favore di quella della Fondazione. Quella della banca è una proposta contraria all’ interesse di tutti azionisti. Per questo, secondo Bivona, «'non va rinnovata la fiducia»all'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, e al presidente Alessandro Profumo, «con il nuovo management, arrivato all'inizio del 2012, il valore di borsa di Mps ha perso 700 milioni, mentre il valore delle altre banche è salito». L'associazione dei piccoli azionisti, Azione Mps,ha invece proposto «un aumento di aumento di capitale scaglionato nel tempo e non in una unica soluzione perché altrimenti si deprime il titolo e critichiamo la mancanza di una quota dell'aumento di capitale riservata ai dipendenti».

L'ad Viola: «Direzione è quella giusta»«E’indubbio che negli ultimi 2 anni i risultati trimestrali sono quelli che avete commentato e se mi chiedete se sono soddisfatto, vi rispondo di no». Così l’ad di banca Mps Fabrizio Viola nel suo intervento in assemblea. «Non sono soddisfatto ma i risultati vanno inquadrati avendo ben in mente punto di partenza. Nel 2012 abbiamo trovato problemi come la carenza di capitale: la banca si è trovata un deficit di capitale di 102 mld e  1mld e 9 di Tremonti bond per un deficit complessivo di 4mld. Poi c’era il problema liquidità che ritengo più grave del tema del capitale. Il 31 maggio 2013 la Banca d’Italia ha pubblicato la  notizia che in ottobre 2011 la banca è rimasta “in piedi” come soggetto funzionante grazie all’ intervento straordinario di Banca d’Italia che ha dato liquidità: 13 mld di euro di garanzie dello Stato hanno permesso alla banca di emettere obbligazioni da 13 mld e oggi costituiscono una delle parti di raccolta più importanti  e ci costa 100mln l’anno di commissioni che paghiamo allo Stato. Nei bilanci degli ultimi 5 anni si vede che i risultati in positivo erano raggiunti con operazioni straordinarie o con operazioni che sono risultate dei falsi. Il nostro piano di ristrutturazione traccia bene le linee su cui la banca si muoverà ma c’è bisogno di un cambiamento radicale al quale anche le altre banche dovranno allinearsi per diventare più efficienti. La direzione è giusta- ha concluso Viola – , l'auspicio è che la banca, se ritroverà la tranquillità di cui ha isogno per poter funzionare, possa ottenere risultati che tutti si aspettano». L'intervento ha riscosso gli applausi della platea. 

Il presidente Profumo: «Dimissioni? Decisione che si assume a sangue freddo» «Dimissioni? E’ una decisione che si assume a sangue freddo e nei posti deputati ad assumerle». Così il presidente di banca Mps Profumo nel suo intervento in assemblea rispondendo a quanti avevano chiesto le sue dimissioni. «Il Cda si riunisce a gennaio e lì valuteremo cosa fare».  Il numero uno di Rocca Salimbeni ha, poi, motivato la decisione della richiesta di un aumento di capitale a gennaio: «L’aumento di capitale ora è motivato dal fatto che questa banca in anni passati ha effettuato numerose scommesse contro il mercato. Oggi abbiamo la certezza di poter realizzare l’aumento di capitale. Domani rientriamo nel campo di incertezza perché ci sono elementi che rendono incerto che a maggio si possa realizzare. Tra questi: la costituzione del consorzio di garanzia che oggi c’è, domani andrebbe riformato ma non si sa a che condizioni, con quali clausole di uscite delle banche che garantiscono l’aumento e che oggi sono favorevoli per noi; la volatilità  dei mercati è ancora rilevante e non sappiamo cosa può succedere. In ultimo la situazione politica italiana instabile, oggi non sappiamo se da qui all’estate prossima ci saranno cambiamenti che generino ulteriori elementi di instabilità in vista anche delle elezioni europee. Questi – ha concluso Profumo – sono tutti elementi che ci hanno portato a questa decisione. Siamo consapevoli  rispettosi dei problemi della Fondazione. Non c’è nessun Palio personalistico. L’unico Palio è con i contribuenti italiani». La platea ha applaudito al termine dell'intervento.